I Retablo sono il mio ritorno alla pittura e non sento questi lavori come
fotografie ma come pitture. Ho ricondotto la mia ricerca sullo spazio e sul
tempo alla dimensione dell’immagine bidimensionale. Tuttavia non si
tratta di racconti delle performances; ogni Retablo è piuttosto una scheggia
impazzita ed incandescente che fugge da uno spettacolo e va a bruciare
una tela. Il calore sprigionato è lo stesso, ma la traccia, l’entropia di quella
carica energetica, è diversa.

Ecco, i Retablos sono questo: accumuli di memorie, raccolte
di residui delle performance ormai estinte che tornano a
parlare attraverso nuove disposizioni. […] non sono le
performance in sé, ma i loro aggiornamenti, le riscritture, i
possibili sviluppi. Proprio come per la storia della vita, che
non è mai finita finché la vita continua, essi sono destinati a
ulteriori revisioni, a continui cambiamenti, a nuove
traduzioni …
Fabio Cavallucci

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